Con La Casa Dorata, ottavo volume della serie Nero, Emiliano e Matteo Mammucari proseguono il nuovo arco narrativo ambientato a Samarcanda, rinnovando con grande coerenza la cifra stilistica della collana: una narrazione densa di simbolismi, mitologia e tensioni esistenziali. Il fumetto si presenta come una raffinata alchimia tra racconto d'avventura, spiritualità orientale e noir filosofico, dove la dimensione esoterica si fonde con il dramma umano e la seduzione sensoriale.
Il secondo capitolo di questo arco segue le vicende del Mercante e del protagonista Nero in una città divisa tra dominazione turca e resistenze zoroastriane. La Casa Dorata, bordello e rifugio spirituale insieme, diventa epicentro narrativo: luogo in cui si intrecciano potere, eros, morte e resurrezione. Nero, dato per morto alla fine del volume precedente, ritorna qui in una condizione quasi sovrannaturale, guidato da una forza interiore che lo spinge verso il compimento di un destino più grande. Le suggestioni mistiche e le apparizioni oniriche si alternano a momenti di straordinaria umanità, in particolare nel rapporto con Lilac, figura poetica e malinconica che incarna la nostalgia della bellezza e del desiderio di redenzione.
Emiliano Mammucari disegna un’opera visivamente affascinante. Le tavole sono costruite con un’estetica che unisce elementi del fumetto europeo con richiami all’arte persiana e al disegno orientale. I volti sono espressivi ma mai caricaturali; i fondali sono ricchi di dettagli architettonici che rimandano a una Samarcanda atemporale, sospesa tra realtà e mito. L’alternanza tra spazi ampi e vignette claustrofobiche accentua il senso di prigionia spirituale in cui versano i personaggi, amplificando l’impatto emotivo del racconto.
Simona Fabrizio ai colori realizza un lavoro eccellente. Le tonalità sono calde e terrose, dominate da ocra, oro e rosso porpora, che evocano la sensualità e la sacralità del luogo. I contrasti tra luce e ombra sono usati per sottolineare lo stato interiore dei personaggi: le sequenze intime sono soffuse, quasi polverose, mentre le apparizioni del daēva e le visioni notturne brillano di un biancore accecante o di un nero profondo e vibrante. I momenti onirici, curati da Fabio Visintin, hanno uno stile a sé stante: più pittorico, rarefatto, dai contorni evanescenti, quasi si trattasse di miniature o arazzi medievali.
La Casa Dorata è più di un luogo fisico: rappresenta la memoria, il desiderio, l’identità smarrita. Il fumetto esplora il tema della reincarnazione del mito nel presente, del ritorno dell’inconscio come motore d’azione. Il sigillo di fuoco, le profezie, i rituali zoroastriani, il cuore del demone: tutto contribuisce a costruire un universo narrativo stratificato e denso di riferimenti religiosi e letterari (da Orhan Pamuk al sufismo, passando per la filosofia islamica). Nero non è solo un guerriero: è il veicolo attraverso cui il lettore affronta l’ambiguità tra destino e libero arbitrio, tra salvezza e dannazione.
Il secondo volume del nuovo arco narrativo di Nero conferma l’altissima qualità artistica e tematica della serie. Mammucari firma un fumetto maturo, ambizioso e colto, che dialoga con la storia e il mito senza rinunciare al coinvolgimento emotivo. La Casa Dorata è un racconto avvolgente, che richiede attenzione e sensibilità, ma offre in cambio un viaggio potente nella parte più intima e simbolica dell’animo umano. L’attesa per il volume successivo si carica di significato, in una saga che si fa via via sempre più visione.