"Dove eravate tutti", non è una domanda, ma una constatazione.
La fa Paolo Di Paolo nel suo nuovo libro, che parte da un giovane che si volta e parla alla generazione che l'ha preceduto.
Una domanda "non domanda" politica per capire cosa è stata l'Italia in questi anni.
Con il suo libro Paolo Di Paolo è stato ospite della seconda edizione della Fiera dell'editoria indipendente Volta la carta, a L'Aquila dal 3 all'8 ottobre.
Di Paolo racconta la vita di un quasi-trentenne dei nostri giorni e allo stesso tempo compone l’affresco di un’epoca. Filo conduttore è la storia, molto divertente, del prof neo-pensionato Tramontana che un giorno, all’improvviso, investe un ex studente con la propria auto: incidente o atto voluto, all’inizio non è dato sapere. Questo avvenimento sembra però travolgere tutte le certezze di una famiglia fin qui normale.
Paolo Di Paolo è un talento giovanissimo, classe 1983, laureato in Lettere all'Università degli Studi di Roma I "La Sapienza", ha ottenuto un Dottorato di ricerca in Studi di storia letteraria e linguistica italiana all'Università degli Studi di Roma III.
Ha esordito nel 2004 con i racconti Nuovi cieli, nuove carte (Empirìa, 2004, finalista Premio Italo Calvino per l'inedito 2003). Nel 2003 è stato tra i cinque finalisti nazionali del Premio Campiello Giovani.
Il suo ultimo romanzo Dove eravate tutti (Feltrinelli 2011) è vincitore del Premio Mondello, Superpremio Vittorini e finalista Premio Zocca Giovani.
Difficile dire dove siamo ora. "Dove sono adesso, in questo presente sarebbe la domanda del protagonista- spiega Di Paolo - ma gli si mozza la lingua. Sapere dove si è in questa generazione è difficilissimo, non si tratta solo di precariato lavorativo, ma anche psicologico".
Di questo romanzo, Antonio Tabucchi ha scritto su "la Repubblica": "un felice ingresso in una narrativa impegnativa e matura, anche in virtù del complesso disegno con cui è costruito, con una storia che fa da sinopia a un affresco composto di notizie di giornale, di fotografie, di lacerti di realtà politico-sociale, di mitemi attuali, di idioletti epocali, di ciò che costituisce non soltanto il sapore ma lo Zeitgeist dell'epoca nostra".
Intervista di Luca Di Giacomantonio
Articolo di Barbara Bologna