"Twilight Saga: Breaking Dawn" l'alba irrompe e scaccia le tenebre (e la suggestione) della notte

La recensione del film

19 Novembre 2011   11:21  

Regia: Bill Condon

Cast: Robert Pattinson, Kristen Stewart, Taylor Lautner, Peter Facinelli

Genere: Fantasy

Durata: 117 minuti

Voto: OO 1/2

Il giorno delle nozze è finalmente arrivato per Isabella e Edward, pronti a giurarsi amore eterno di fronte ad amici e parenti e a consumare sull’edenica (e immaginaria) Isola d’Esme, a largo della costa brasiliana. Qui accade l’imprevedibile: lei rimane incinta e il feto (ibrido di umana e vampiro) cresce troppo in fretta mettendo a repentaglio la vita della madre. Tornati a casa, dove la ragazza viene assistita ed esortata (invano) ad abortire dai Cullen e dal licantropo Jacob, devono fare i conti con il resto della tribù di lupi mannari che temono il nascituro.

Come per Harry Potter, le logiche di mercato non hanno risparmiato nemmeno la saga creata dalla Meyer e mentre i fan potranno rileggere in immagini la prima parte dell’epilogo, dovranno aspettare ancora un anno per congedarsi definitivamente dai personaggi. Quarto film e quarto cambio di regia: Bill Condon fa il possibile per accontentare pubblico (di accoliti) e produzione, mantenendo intatta estetica (discreta), qualità (scarsa) e contenuti (opinabili) degli episodi precedenti.

Ma la dilatazione di tempi e modi, più simili a quelli letterari che a quelli cinematografici sinottici e interpretativi, rivela la debolezza dell’operazione: due ore sono troppe e la materia è evidentemente scarna e poco interessante, un unico film sarebbe stato sufficiente a contenerla tutta. Se la suggestione degli altri capitoli stava nell’evocazione romantica e crepuscolare e nel fascino dei contrasti fotografici e atmosferici dei notturni ( che ben identificava ed era a sua volta facilmente identificabile dalla neo-cultura emo, dando alla saga almeno un qualche valore socio-culturale), il quarto è incentrato, almeno per la prima parte, sullo sciatto sentimentalismo e un immaginario figurativo da soap-opera: i due sposi amoreggiano al chiaro di luna, in riva al mare, tra le cascate, ma la tanto agognata prima notte di nozze non appaga l’attesa (e aggira la censura).

Dei tre atti (commedia romantica, dramma clinico, semi-epilogo horror), uno più improbabile dell’altro, il secondo e il terzo sono i più interessanti: reso con la giusta enfasi e un corretto intervento in digitale che svilisce con sorpresa e orrore il corpo della Stewart, la gravidanza di Bella si avvale delle immagini più angoscianti che la saga abbia proposto finora, seguita dal gore contenuto del travaglio e del parto. Assai fiacca è l’azione combattiva tra vampiri e licantropi, messa in scena da Condon con poca intuizione e poca duttilità.

Ancora una volta gran parte del pregio del prodotto va tributato al lavoro di fotografia (dell’ottimo Guillermo Navarro), alle musiche (del Curter Borwell già impegnato nel primo episodio ma più noto per le collaborazioni con i Coen) e ai brani della soundtrack. Che l’alba irrompa all’accendersi delle luci in sala, lasciando corpi in attesa del risveglio eterno, poco deve importare, conviene aspettare i titoli di coda per avere un assaggio di quel che verrà (e concluderà definitivamente).

Riccardo Balzano

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