"The Town", un thriller riuscito a metà

La recensione del film

17 Ottobre 2010   14:47  

Regia: Ben Affleck
Cast: Ben Affleck, Rebecca Hall, Jon Hamm, Jeremy Renner, Blake Lively,  Titus Welliver, Pete Postlethwaite, Chris Cooper, Nicholas Cairis, Ed O'Keefe, Michael Yebba, Slaine, Brian Scannell, Mark Berglund, Jeff Martineau, Jeremiah Kissel, Owen Burke, Dennis McLaughlin, Corena Chase, Kerri Dunbar, Isaac Bordoy, Jack Neary, Frank Garvin, Alex Winston, Lennin Pena, Michael F. Murphy, Michele Cressinger, Ginaya Green, Nicole Page, Georgia Lyman, Jeffrey Feingold, Tommy Dallace, Carlos Foglia, Thomas Olson, Americo Presciutti, Eric Ryan
Genere: Thriller
Durata: 125 minuti
Voto: OO 1/2

Ogni anno a Boston ci sono più di 300 rapine in banca e la maggior parte dei professionisti vive in un quartiere di un miglio quadrato chiamato Charlestown. Uno di loro è Doug MacCray, ma è diverso da tutti gli altri ladri, ha avuto un’occasione per evitare di seguire il percorso criminale di suo padre, ma poi è diventato il capo di una banda di rapinatori spietati, che si vantano di prendere quello che vogliono e di uscirne sempre puliti. Sono loro l’unica famiglia di Doug, e Jem, malgrado il carattere duro e suscettibile, è quasi un fratello.

Charlestown è un quartiere di BOston, tristemente noto a noi italiani perchè nel carcere di sicurezza lì situato vennero giustiziati gli anarchici Sacco e Vanzetti. Questa zona ha il più alto tasso di criminalità degli States, praticamente una Gomorra dei giorni nostri.

Doug, il protagonista del film, è un criminale si ma ha un animo nobile. Vorrebbe uscir fuori da quella realtà che non sente affato sua, ma fuggire dalle proprie radici è impossibile, o comunque richiede un viaggio molto lungo che non è ancora pronto a compiere.

Ben Affleck, regista, co-autore e interprete principale di "The Town" è cresciuto vicino a Charlestown ma quasi ne ignorava l'esistenza. Affascinato dal libro da cui la pellicola è tratta, "Prince of Thieves", ne ha tratto un prodotto che non convince fino in fondo.

Se la sceneggiatura riesce a diramare bene tutti i fili del thriller, presenta grandi lacune nell'introspezione dei personaggi. Lo spettatore non riesce ad essere coinvolto emotivamente dalla prigione esistenziale in cui è costretto Doug. Affleck si conferma più bravo dietro che davanti la macchina da presa e, forse, la sua inespressività pesa più del dovuto sulla resa finale.

Voleva essere molto più di un film tutto brividi forti, ma non c'è riuscito.

 

Francesco Balzano

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