Arrivano in tanti, a volte in troppi, posteggiano ovunque camion ingombranti e vecchi pulmini nove posti, chiudono strade al traffico, gettano caos un po' dappertutto ed hanno pretese a tratti folli.
No, questa non è la trama di un film, questo è il vero cinema. Il dietro le quinte spesso non raccontato, omesso e concesso da chi lo vive per “amor dell’arte”. Sì, perché il cinema non è solo magia, ma anche disordine, trambusto e scompiglio, soprattutto per chi deve quasi forzatamente conviverci, come ad esempio accade per chi abita nelle zone delle riprese o come per chi, sempre negli stessi posti, lavora.
Ed è proprio questo ad aver spinto nei giorni scorsi alla protesta un gruppo di commercianti a Taranto sul set cinematografico del film targato Netflix “6 Underground”. Una chiusura forzata delle strade e la conseguente riduzione degli introiti, sembrano, infatti, non essere stati graditi dagli esercenti locali, tanto da averli spinti, come estremo gesto di protesta, al rovesciamento in Via Cariati, luogo delle riprese, di alcuni bidoni della spazzatura. Tentativo, il loro, di impedire il transito sul set dei mezzi di produzione, risolto tempestivamente dall’immediato arrivo delle forze dell’ordine. Una rivolta durata un’ora, alla quale ha fatto seguito la richiesta da parte dei commercianti stessi di un indennizzo per i mancati incassi.
Rapida e lineare la risposta di Vito Lobasso, Presidente di Confesercenti Taranto, che in una nota diffusa prende le distanze da quanto accaduto, sollecitando piuttosto, come proprio egli afferma, ad un “cambio di cultura sul modo di fare in questa città”. Un atto esasperato, una non appropriata e condivisibile forma di protesta, che mette però sotto i riflettori il problema delle possibili e di certo non volute ingerenze del cinema nel territorio ospitante.
Una macchina, quelle delle riprese cinematografiche, alla cui vigilanza e assistenza sarebbero impegnate le varie Film Commission locali, enti preposti al doppio ed importante compito di tutela della regione e di offerta di servizi alle produzioni.
Un arduo compito, questo delle commissioni cinematografiche, reso a volte ancor più difficile dall’alto e non sempre gestibile, numero di troupe impegnate ogni giorno in differenti parti delle singole regioni. Apparirebbe pertanto a rischio l’essenziale cooperazione tra territorio e produzioni cinematografiche, nonostante la ben nota consapevolezza sul reciproco vantaggio ottenibile da entrambe le parti. Se infatti da un lato le produzioni cinematografiche possano risultare di ingombro alla popolazione durante le riprese, dall’altro ad esse va anche il merito di essere fonte di promozione dei luoghi scelti come set dei propri film, con un riscontrabile aumento del turismo nelle zone delle riprese.
Sembra in sostanza finito il tempo in cui le troupe itineranti che tanto hanno il sapore di un “meraviglioso e platinato circo umano”, venivano accolte con feste e sorrisi dagli abitanti dei luoghi in cui avrebbero girato, ma in una strada, tanto lastricata di ottimi presupposti, rimarrà nelle mani solo di chi saprà coglierne l’opportunità il dolce frutto della collaborazione.
C.M.