"Rapunzel", un classico Disney in confezione moderna

La recensione del film

05 Dicembre 2010   13:14  


Regia: Nathan Greno, Byron Howard
Voci italiane: Laura Chiatti, Lucrezia Cesari, Giampaolo Morelli, Massimiliano Alto, Giò Giò Rapattoni, Pino Insegno, Gerolamo Alchieri, Mirko Pontrelli, Mario Biondi, Wladimiro Conti, Alessandro Ballico
Genere: Animazione
Durata: 94 minuti
Voto: OO 1/2

Quando Flynn Rider, il bandito più ricercato del regno – nonché il più affascinante –, trova un nascondiglio all’interno di una torre misteriosa, viene preso in ostaggio da Rapunzel, una bella ed esuberante ragazza con una caratteristica particolare: 20 metri di magici capelli d’oro. L’originale catturatrice di Flynn, che non aspetta altro che uscire dalla torre in cui vive rinchiusa da molti anni, stringe un patto con il bel ladro e insieme a lui si lancia in una fuga rocambolesca, in compagnia di un cavallo poliziotto (di nome Maximus), di un camaleonte ultraprotettivo (di nome Pascal), e di una scalcagnata gang di malviventi.

La Disney torna anche quest'anno col suo kolossal animato pensato e costruito per allietare le vacanze natalizie della famigliola appassionata di celluloide. Lo studio dello zio Walt punta, allora, sull'usato sicuro e non corre alcun rischio riciclando personaggi già visti e scopiazzando qua e là dalle vecchie produzioni. Nessuna novità, insomma, in questo "Rapunze" che ripropone i soliti vecchi schemi tanto cari alla tradizione dei classici.

La protagonista è la tipica principessa di casa Disney: bella e speciale, è costretta a vivere in una prigione dorata dalla matrigna di turno. E' vittima di un sortilegio e l'altrettanto consueto principe, stavolta rappresentato da un fuorilegge furbo e affascinante (in perfetto stile Aladdin), è lì pronto ad accogliere l'invito del fato a soccorrerla. Il lieto fine, neanche a dirlo, è scontato come il resto del film.

A parte le canzoni (i classici qui sono solo un lontano ricordo) di infimo livello, "Rapunzel", però, non è affatto un prodotto tutto da buttare. Già, perchè nonostante le continue ripetizioni e auto-citazioni, il marchio Disney conserva ancora un magico fascino, difficile da spiegare razionalmente. Sarà la capacità di far tornare bambini anche gli adulti, o quel suo saper toccare il tasto dei ricordi con una delicatezza unica, ma proprio non si può far a meno di riconoscere la bravura dei vari autori che, di anno in anno, si alternano alla produzione di questi cartoon. Ottimo il 3D, perfettamente equilibrato.

Sono anni che la Disney fa sempre lo stesso film, ma la classe non è acqua.

Francesco Balzano

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