"Qualunquemente", non ci resta che ridere

La recensione del film

29 Gennaio 2011   08:00  

Regia: Giulio Manfredonia
Cast: Antonio Albanese, Sergio Rubini, Lorenza Indovina, Nicola Rignanese, Davide Giordano, Mario Cordova, Luigi Maria Burruano, Alfonso Postiglione, Veronica Da Silva, Salvatore Cantalupo, Asia Ndiaye, Antonio Gerardi, Massimo Cagnina, Maurizio Comito, Manfredi S. Perrotta, Liliana Vitale, Massimo De Lorenzo, Antonio Fulfaro, Sebastiano Vinci
Genere: Commedia
Durata: 96 minuti
Voto: OOO


Dopo anni di latitanza, l'imprenditore calabrese Cetto La Qualunque è tornato in Italia. Assieme a lui una ragazza di colore e la loro bambina che deve riuscire a far convivere con la sua "vecchia" famiglia. Come se non bastasse, una dilagante ondata di legalità sta invadendo il suo paese spingendolo, dopo accurate riflessioni, a candidarsi come sindaco nel tentativo di riportare in auge la corruzione.

Antonio Albanese porta al cinema Cetto La Qualunque, politico corrotto fin dalle viscere famosissimo presso il pubblico televisivo. Chi si aspetta un film comico, nel senso più stretto del termine, è destinato a rimanere deluso. Il personaggio, infatti, alla lunga non fa ridere ma riflettere sulla situazione sociale italiana ridotta allo sbando. Dietro ogni mezzo sorriso si nasconde una piccola lacrima di impotenza davanti a quanto leggiamo sui giornali e vediamo sul piccolo schermo.

Antonio Albanese esorcizza la rabbia con lo scherzo, il paradosso, un pò come faceva Paolo Villaggio col suo Fantozzi. Autentico mattatore della pellicola, il comico lascia pochissimo spazio ai comprimari, peraltro non grandissimo livello. Il film, insomma, più che ridere vorrebbe far indignare lo spettatore, mettendogli davanti agli occhi un personaggio sgradevolissimo e senza alcun pudore di mostrarsi per ciò che è.
"Qualunquemente" è il prodotto ideale per un Paese costretto a ridere per non farsi vedere in lacrime. Amarissimo.

 

Francesco Balzano

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