"Philomena": tanto toccante quanto vero

Recensione film

08 Gennaio 2014   18:02  

Genere: Drammatico

Regia: Stephen Frears

Cast: Judi Dench, Steve Coogan, Charlie Murphy, Anna Maxwell Martin, Peter Hermann, Michelle Fairley, Barbara Jefford, Ruth McCabe, Mare Winningham, Sean Mahon.

Durata: 98 Min

Voto: 000 1/2

Siamo negli anni '50 quando Philomena, giovane adolescente un pò ingenua, resta incinta. Cacciata di casa dai suoi genitori, è costretta a vivere nel convento di Roscrea, dove, per mantenere se stessa e suo figlio, Antony, lavora in lavanderia. Presto il piccolo le viene strappato contro la sua volontà e dato in adozione. 50 anni dopo, Philomena ancora non si è rassegnata e, decisa a trovare Antony, si rivolge ad un giornalista, Martin Sixmith, affinchè la aiuti nella sua impresa.

 

Tratto dal libro "The lost Child of Philomena Lee", pubblicato nel 2009, dal giornalista Martin Sixmith, Philomena è la storia vera di un'ingiustizia, perpertrata ai danni di una giovane "svergognata", incapace di reprimere i propri impulsi sessuali. In questo modo le suore del convento di Roscrea giudicano la ragazza e allo stesso modo lei, volente o nolente, vede se stessa. Philomena non è un semplice film sulla ricerca di un figlio perduto, è un film sui valori veri e presunti tali, sul modo di intendere la fede e gli insegnamenti impartiti dalla chiesa cattolica, sulla capacità d'amare, sul perdono e sulla colpa.

Il regista Stephen Frears che ha conosciuto la vera Philomena ha dichiarato:

Incontrando la vera Philomena Lee ero sorpreso dal fatto che volesse venire sul set, cosa che ha fatto il giorno in cui veniva girata la scena terribile della lavanderia. Philomena è una donna magnifica, priva di autocommiserazione, che continua ad avere fede nonostante le ingiustizie subite


Nel film il personaggio della protagonista è interpretato magistralmente da Judi Dench, che riesce a portare sul grande schermo la spontaneità e l'umiltà di una donna semplice, capace di sorprendersi ed essere grata per un nonnulla. A lei si contrappone Martin, il cui sguardo disincatato e, a volte cinico, ci restituisce l'altro rovescio della medaglia: quello di una generazione più concreta e realista, per certi versi, ma incapace di perdonare. Un binomio, quello formato dai due protagonisti, riuscitissimo grazie anche e sopratutto all'ottima sceneggiatura (premio Osella al Festival del cinema di Venezia), scritta a quattro mani da Jeff Pope e Steve Coogan, che nel film interpreta l'irriverente Martin, appunto.

"Philomena" è un film toccante, che spinge a interrogarsi e, immancabilmente, nel finale commuove.

di Maria Rita Graziani

 

 

 

 


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