"Lo schiaccianoci 3D", Hoffman rivisto e (s)corretto

La recensione del film

10 Dicembre 2011   10:06  

Regia: Andrei Konchalovsky

Cast: Elle Fanning, Nathan Lane, John Turturro, Frances de la Tour, Richard E. Grant

Genere: Fantastico

Durata: 107 minuti

Voto: O


Vienna, 1920. La piccola Mary riceve per Natale una bambola schiaccianoci in legno, che prende magicamente vita e l'accompagna in un viaggio nel suo mondo fantastico fatto di fate e tanti giocattoli che si animano. Presto Mary si accorge che questo regno meraviglioso è minacciato dal tirannico Re Topo e dalla perfida madre. Quando lo Schiaccianoci viene preso in ostaggio, la bimba e i suoi nuovi amici giocattolo devono svelare il segreto del Re Topo per salvare lo Schiaccianoci e il suo regno.


Arriva, con due anni di ritardo, la versione rivista e (s)corretta de "Lo Schiaccianoci" di Hoffman firmata Andrei Konchalovsky. Il regista russo porta al cinema un pasticciaccio brutto, indigesto e difficile da giustificare. Se è, tutto sommato, perdonabile il fatto che i fratellini protagonisti (Clara e Fritz nell'originale) vedano i loro nomi cambiati in Mary e Max, è assolutamente ingiustificabile che il ruolo del signor Drosselmeir sia preso da un improbabile zio Alfred (Einstein), caratterizzato da un maccheronico accento tedesco nella post-produzione e intento a cantare orribili testi sulla relatività adattati alle memorabili quanto qui svilite note di Cajkovskji.


Buona invece, almeno in partenza, l'idea di trasformare i topi in pseudo-nazisti che tengono in scacco il regno del Principe Schiaccianoci, capeggiati dal loro re (John Turturro), a metà tra il Capitan Uncino di Dustin Hoffman in "Hook" è un pop-star glam anni '80. Carina, come dicevamo, l'idea ma pericolosamente naufragata in un mare di trash ogni qualvolta il personaggio decide di cantare. Un kolossal ridicolo, in poche parole, partito con pretese di riportare al cinema il grande musical per famiglie, modello "Mary Poppins", e finito con l'essere una presa in giro di sè stesso, una parodia involontaria quanto riuscita del genere a cui dovrebbe ispirarsi.


A nulla serve ribadire che Elle Fanning si conferma molto più brava della sorella Dakota, indimenticabile figlia urlatrice di Tom Cruise ne "La guerra dei mondi". Il film potrebbe (anzi dovrebbe) essere spazzato via dalla memoria collettiva cinematografica. Non si può nemmeno lodare quella che doveva la scontata bravura tecnica di Konchalovsky, regista apprezzatissimo in patria, perchè sembra aver scordato il mestiere e risulta addirittura penoso nella resa delle coreografie, in teoria il pezzo forte della pellicola.


Pessimo.

 

Francesco G. Balzano

 

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