"La solitudine dei numeri primi", due vite indivisibili

La recensione del film

19 Settembre 2010   17:56  


Regia: Saverio Costanzo
Cast: Alba Rohrwacher, Luca Marinelli, Martina Albano, Arianna Nastro, Tommaso Neri,  Vittorio Lomartire, Aurora Ruffino, Giorgia Pizzo, Isabella Rossellini, Maurizio Donadoni, Roberto Sbaratto, Giorgia Senesi, Filippo Timi, Giorgia Pizzio.
Genere: Drammatico
Durata: 118 minuti
Voto: OOOO

I numeri primi sono divisibili soltanto per uno e per se stessi. Sono numeri solitari e
incomprensibili agli altri. Alice e Mattia sono entrambi “primi”, entrambi perseguitati da tragedie che li hanno segnati nell'infanzia: un incidente sugli sci per Alice, che le ha causato un difetto a una gamba, la perdita della sorella gemella per Mattia. Quando, da adolescenti, s'incontrano nei corridoi di scuola, riconoscono il proprio dolore l'uno nell'altra.

"La solitudine dei numeri primi" è un film che racconta corpi per parlare di anime. I due protagonisti, Mattia e Alice, sono stati profondamente segnati dall'infanzia e faticano ad emanciparsi dai loro traumi. Rimangono impassibili davanti alla realtà che li circonda, chiudendosi in loro stessi in un naturale istinto di protezione.

Vivono sui loro corpi le frustrazioni, praticando forme di autolesionismo e poi, quando arriva l'improvviso sentimento dell'amore, mangiandosi (metaforicamente) arrivando uno alla bulimia e l'altra all'anoressia. Non bastasse un romanzo già pieno di significato, quello scritto da Paolo Giordano, interviene anche la regia di un autore come Saverio Costanzo, capace di personalizzare materiale non suo.

I drammi esistenziali di Mattia e Alice sfociano nell'horror, tanto che lo spettatore crede fin da subito di trovarsi davanti ad un remake ben riuscito di un film di Dario Argento. Le musiche sembrano scritte dai Goblins (e quella iniziale, effettivamente, lo è), ma anche la fotografia così colorata ricorda le opere del maestro.

I dialoghi sono ridotti al minimo e Costanzo preferisce concentrarsi sulla televisione e sulla musica assordante, ovvero i reali 'genitori' della cosiddetta generazione "Italia 1". Il rumore che sovrasta le loro esistenze gli impedisce di ragione su chi erano e chi sono, creando una barriera perfetta per solitudini ed egoismi.

Mattia e Alice sono personaggi estremi, freak, rifiuti della società eppure lo spettatore ritrova in essi almeno una parte di sè, riuscendo a partecipare pienamente alle vicende raccontate. Solo nel silenzio e con la riflessione potranno (ri)cominciare a vivere davvero. "La solitudine dei numeri primi" è una feroce critica politica mascherata da storia d'amore maledetta.

Lungi dall'essere un "Twilight" nostrano è, in realtà, un' horror sociale dove il terrore non è scaturito da orribili creautre mostruose ma dal modo scabroso in cui conduciamo la nostra vita di ogni giorno. Bellissimo.

Francesco Balzano

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