Il Thriller del Momento Arriva in Abruzzo, Mirko Zilhay Ospite di "A tu per tu con l'autore"

10 Marzo 2016   05:00  

"E' così che si uccide" ancor prima di uscire è stato già un caso letterario. L'ultimo thriller di Mirko Zilhay è stato tradotto in molte lingue già prima di arrivare sugli scaffali o in digital download.

In Abruzzo l'autore, cortegiatissimo, ha deciso di presentarlo all'interno della rassegna letteraria "A tu per tu con l'autore" della Libreria Coop del Centro d'Abruzzo Ipercoop a San Giovanni Teatino in provincia di Chieti.

L'autore presenterà il suo ultimo lavoro alle ore 18.00 di sabato 12 marzo.

L'autore

Mirko Zilahy è nato a Roma il 1° maggio 1974. Laureato in lingue e letterature straniere con una tesi su Dracula di Bram Stoker, ha conseguito un phd presso il dipartimento di italianistica del Trinity College di Dublino, dove ha insegnato lingua e letteratura italiana. È cultore di lingua e letteratura inglese presso l'Università per stranieri di Perugia e giornalista pubblicista. Ha pubblicato saggi su autori irlandesi, interventi su scrittori italiani contemporanei, è stato editor della narrativa straniera per Minimum Fax ed è traduttore letterario dall'inglese (ha tradotto il premio Pulitzer 2014 Il cardellino di Donna Tartt). Ha lavorato in libreria e in una paninoteca, per due anni ha avuto un pub, è un appassionato di letteratura irlandese. Pratica l'arte marziale cinese wing chun.

Descrizione

Questo romanzo non è solo il thriller italiano che ha conquistato gli editori internazionali prima dell’uscita. Non è soltanto un esordio travolgente, scritto con maestria inedita. Questo romanzo è una sfida irresistibile, che avvolge il lettore nell’incantesimo della più pura tensione narrativa.

La pioggia di fine estate è implacabile e lava via ogni traccia: ecco perché stavolta la scena del crimine è un enigma indecifrabile. Una sola cosa è chiara: chiunque abbia ucciso la donna, ancora non identificata, l’ha fatto con la cura meticolosa di un chirurgo, usando i propri affilati strumenti per mettere in scena una morte. Perché la morte è uno spettacolo. Lo sa bene, Enrico Mancini. Lui non è un commissario come gli altri. Lui sa nascondere perfettamente i suoi dolori, le sue fragilità. Si è specializzato a Quantico, lui, in crimini seriali. È un duro. Se non fosse per quella inconfessabile debolezza nel posare gli occhi sui poveri corpi vittime della cieca violenza altrui. È uno spettacolo a cui non riesce a riabituarsi. E quell’odore. L’odore dell’inferno, pensa ogni volta. Così, Mancini rifiuta il caso. Rifiuta l’idea stessa che a colpire sia un killer seriale. Anche se il suo istinto, dopo un solo omicidio, ne è certo. E l’istinto di Mancini non sbaglia: è con il secondo omicidio che la città piomba nell’incubo. Messo alle strette, il commissario è costretto ad accettare l’indagine… E accettare anche l’idea che forse non riuscirà a fermare l’omicida prima che il suo disegno si compia. Prima che il killer mostri a tutti – soprattutto a lui – che è così che si uccide.


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