"Harry Potter e i doni della morte I", buon inizio di finale

La recensione del film

28 Novembre 2010   08:28  

Regia: David Yates
Cast: Daniel Radcliffe, Rupert Michael Grint, Emma Watson, Helena Bonham Carter, Alan Rickman, Robbie Coltrane, Rhys Ifans, Bill Nighy, Bonnie Kathleen Wright, Peter Mullan, Ninette Finch, Warwick Ashley Davis, Ralph Fiennes, Tom Felton, Helen McCrory, Jason Isaacs, Maggie Smith, Michael Gambon, John Hurt, Miranda Richardson, Ciaràn Hinds, Jamie Campbell Bower, Clémence Poésy, David Thewlis, Brendan Gleeson, Evanna Lynch, Dave Legeno, Imelda Staunton, Timothy Spall, David O'Hara, Toby Regbo, Julie Walters, Rade Serbedzija
Genere: Fantastico
Durata: 146 minuti
Voto: OOO 1/2

Voldermort è tornato e sembra inarrestabile ma Harry, Ron, ed Hermione, grazie a Silente, conoscono il suo segreto. Per riuscire finalmente a distruggerlo devono trovare ed eliminare gli Horcrux, ma questa volta possono contare solo sulle loro forze e le speranze di riuscirci sembrano davvero nulle.La loro avventura, per una volta lontana dalle mura di Hogwarts, si incrocerà con la leggenda dei Doni della Morte, a cui sembra credere anche il Signore Oscuro che li brama a tutti i costi per accrescere il suo enorme potere...

David Yates è, probabilmente, uno dei registi più screditati dalla critica. E' vero, viene dalla tv quindi, probabilmente, un cineasta affermato troverebbe soluzioni visive migliori delle sue, ma non è nemmeno un incapace. Infatti, anche in questo capitolo della saga di Harry Potter, fa il compitino in maniera dignitosa. Dietro la telecamera, dirige bene gli attori senza, però, riuscire a dare il giusto pathos ad alcune scene, eccezion fatta per il tragico destino dell'elfo Dobby.

Per il resto, "Harry Potter e i Doni della Morte: Parte I" è un prodotto assolutamente di livello, visto e considerato che siamo arrivati al settimo capitolo della serie ed è, dunque, quasi fisiologico un calo seppur non così evidente. Se, infatti, escludiamo la prima parte della pellicola (decisamente sonnolenta), col passare dei minuti il film cresce e torna ad essere avvincente. La fotografia, comunque, non è il massimo e lo stesso discorso vale per le musiche, il cui livello è inferiore rispetto alle produzioni precedenti.

Convince molto di più, invece, la sceneggiatura scritta dal veterano Steve Kloves, bravo, come al solito, nel mescolare azione, commedia ed anche horror. Si, proprio qui risiede la maggiore novità del film nel suo coraggio nello scegliere un genere poco adatto al suo pubblico, eppure necessario per rendere al meglio le atmosfere del romanzo della Rowling che pure, nonostante la divisione del lungometraggio in due parti, ha subito dei tagli.

Confermata, invece, la bravura dei tre interpreti, che ormai hanno legato per sempre la loro immagine ai personaggi dei libri. Il migliore è senz'altro Rupert Grint (Ron) capace di spaziare tra più registri, passando con abilità dal comico (stile teen movie) al dramma. Ottime anche le figure di contorno, su tutte quella disegnata alla perfezione da Helena Bonham Carter (Bellatrix), moglie del regista Tim Burton.

"Harry Potter", insomma, è la conferma che si possono fare sette  film rimanendo su un livello qualitativo piuttosto alto.

Francesco Balzano

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