Gian Paolo Ormezzano ed il Suo Racconto del Calcio Ospiti ad "A tu per tu con l'autore"

20 Febbraio 2016   05:00  


Un giornalista passionale, uno scrittore senza peli sulla lingua, un torinista sfegatato, questo è Gian Paolo Ormezzano ospite di "A tu per tu con l'autore" nella libreria Coop del Centro d'Abruzzo Ipercoop di San Giovanni Teatino a Chieti.

L'Autore presenterà il suo ultimo lavoro, "I Cantaglorie" alle ore 18.00 di Lunedì 22 Febbraio.

Lo Scrittore

Nato da famiglia originaria di Crocemosso, è stato direttore responsabile di Tuttosport, editorialista de La Stampa, ed è tuttora commentatore di molte trasmissioni televisive (esordì sul piccolo schermo nel 1962, conducendo dal Palazzo del Ghiaccio di Torino una trasmissione per i ragazzi sul pattinaggio artistico) in qualità di giornalista nonché convinto tifoso del Torino.

Da settembre 2015 è opinionista per 90º minuto.

Sinossi

Brera, Caminiti, Ciotti, Biscardi, Mura, Cannavo, Raro, Sconcerti, Fossati, Zavoli, De Zan. È la formazione di una delle tante possibili nazionali. Non di calcio, ma di chi il calcio e gli altri sport ha raccontato. Una generazione di giornalisti italiani unica al mondo. Privilegiati, perché hanno brillato di splendore riflesso, viaggiato più degli inviati di esteri, mangiato e bevuto come nessuno. Hanno però anche saputo meritarselo, inventando un modo di raccontare e, talvolta, anche quel che (non) c'era da raccontare. A "convocarli" è uno che li ha conosciuti bene, perché ha "giocato" con tutti: Gian Paolo Ormezzano. Ex nuotatore, granata per sempre, ma soprattutto, fino all'ultimo grammo, cronista di abbagliante purezza. Nel ritrarre i suoi colleghi è come nella vita: generoso, compassionevole, schietto. Non fa sconti, semmai qualche regalo. Ci svela le bubbole di Carosio, il lato umano di Mosca, l'incontenibile sfera d'influenza di Mina. Procede per aneddoti, ma anche per valutazioni. Si e ci diverte nel narrare un'epopea in cui i trionfi altrui resero eroi quelli che erano soltanto "cantaglorie". Si e ci commuove nel rendersi conto che sta scrivendo una Spoon River del giornalismo sportivo: molti già se ne sono andati, il mestiere sta morendo a colpi di tweet e lui, fiero, è uno degli ultimi, grandi sopravvissuti. Postfazione di Alberto Brambilla.

 


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