Fame e le altre uscite della settimana

Speciale cinema

17 Ottobre 2009   17:20  

Fame - Saranno famosi

Regia: Kevin Tancharoen
Cast: Naturi Naughton, Collins Pennie, Kay Panabaker, Asher Book, Kherington Payne
Genere: Commedia musicale
Durata: 120 minuti
Voto: OO

Ambientato a New York, nella vivace atmosfera della prestigiosa School of Perfoming Arts,
ballerini,cantanti, attori e artisti di talento hanno l’opportunità di dar vita ai propri
sogni e ottenere un successo reale e duraturo… Quello che nasce dal talento, dall’impegno e dal duro lavoro.
Trent'anni dopo l'originale, arriva nelle sale il re-make di Fame - Saranno famosi. Kevin Tancharoen, autore al debutto da regista, viene dal mondo della musica e delle coreografie, e si vede. Il suo occhio di telecamera è molto attento ai vari momenti di ballo, cogliendo bene il giusto mix tra ritmo ed esigenze di celluloide. Manca però clamorosamente l'aspetto della psicologia dei personaggi, ed in generale non c'è narrazione. La storia, infatti, è troppo veloce e piena di lacune. Non si capiscono, laddove sono presenti, le scelte dei personaggi, non c'è crescita interiore. Ecco, allora, tutto ridotto ad una lunghissima recita di fine d'anno, in cui si vede qualche buona individualità. ma neanche, in fin dei conti, tanto trascendentale.
Rimane da segnalare l'ottima scena della festa di carnevale, molto ben resa da Tancharoe, e le suggestive ugole di Naturi Naughton e Asher Book.
Più che il film di Alan Parker sembra uno speciale di Amici di Maria De Filippi.

Barbarossa

Regia: Renzo Martinelli
Cast: Rutger Hauer, Raz Degan, Kasia Smutniak, F. Murray Abraham
Genere: Drammatico
Durata: 139 minuti
Voto: O

Italia. Dodicesimo Secolo. Le terre del Nord sono governate da un imperatore tedesco: Federico Hohenstaufen detto “Barbarossa”. Il suo sogno è di conquistare le terre del Centro e del Sud, così da far rivivere l’Impero che fu di Carlo Magno. Nelle terre del Nord c’è un giovane milanese di nome Alberto da Giussano. Il suo sogno è di sconfiggere l’imperatore e ridare la libertà alla propria gente.
Popolo padano, tutti in sala! Di film propangandistici non se ne vedevano più dai tempi de La Corazzata Potemkin o dal cinema del fascismo. Mai avrei immaginato, nel tanto acclamato terzo millennio delle libertà, di vederne un altro fatto per lo più in maniera pessima. Il produttore Renzo Martinelli ha ceduto come un innamorato alle lusinghe della musa ispiratrice Umberto Bossi, desideroso di dare giustizia al suo eroe d'infanzia: Alberto da Giussano, personaggio leggendario su cui il senatùr ha fondato la sua battaglia politica. Forse per dare un pò di credibilità storica in più a quest'operazione hanno deciso di intitolarla Barbarossa. Ma qui il buon Fedrico è solo un povero vecchio, uomo pacifico ridottosi a far la guerra a causa di un ragazzaccio che voleva somigliare a William Wallace. L'eroe della pianura verdana è qui interpretato dall'israeliano Raz Degan i cui tratti arabanteggianti lo rendono un abitante della bassa molto realistico. La sua compagna Eleonora, ha il volto e la parlata milanese della polacca Kasia Smutniak. Avete mai visto una donna che da bambina spiccica un italiano perfetto e da grande prende l'accento dell'est europeo? Ma nei film tutto è possibile, e allora lasciamoci guidare dalla fantasia di un sognatore secessionista, nel cui mondo esistono professionisti a cui dare sempre del lei come l'irreprensibile Siniscalco Barozzi, dal cognome più adatto ad un coltivatore della campagna romana che ad un esattore della città della Madunnina.
Vorrebbe essere un saggio storico, ma l'Attila di Abatantuono era senz'altro più veritiero. Entrambi, comunque, fanno morir dal ridere. Kurosawa vorrebbe uscir fuori dalla tomba per farsi giustizia. Una signora in sala, nell'intervallo, si è lasciata andare ad un liberatorio: "Mamma mia, che palle!". Devo aggiungere altro?

 

La doppia ora

 

Regia: Giuseppe Capotondi
Cast: Filippo Timi, Ksenia Rappaport
Genere: Thriller
Durata: 95 minuti
Voto: OOO 1/2

Sonia viene da Lubiana e fa la cameriera in un hotel. Guido è un ex poliziotto e lavora come custode in una villa fuori città. Si incontrano per caso in uno speed date. Lui è un cliente fisso. Per lei è la prima volta, e si vede. Poche parole, un’istintiva attrazione. In pochi giorni imparano a conoscersi, ad aprirsi, a svelare le proprie ferite. Sono sul punto di innamorarsi… quando Guido muore.
Giuseppe Capotondi è un nome che a noi italiani dice poco. Già, perchè questo regista è semi-sconosciuto in Italia, ma in America ha lavorato a videoclip di artisti del calibro di Natalie Imbruglia, Spice Girls, Skunk Anansie, Kelis, Bush, Keane, Ms Dynamite ecc. ecc.. In effetti si vede che è uno a cui piace giocare molto con le immagini, creando buoni effetti visivi, anche se a volte gigioneggia un pò troppo. La forza de La doppia ora, comunque, sta nella sceneggiatura davvero originale. Qualcuno ha parlato di una sorta di prequel del 'tornatoriano' La sconosciuta per l'atmosfera fredda e quel colore un pò noir della fotografia e della storia in generale. Ad accreditare ancora di più la tesi di una somiglianza c'è la presenza di Ksenia Rappaport, bellezza algida tipica russa, con quell'accento tanto particolare da rendere ancora più misteriosi, e a tratti inquietanti i suoi personaggi. Accanto a lei un Filippo Timi in crescendo, dal padre affettuoso ma decisimante sui generis interpretato in Come Dio comanda al giovane Mussolini di Vincere ne è passata di acqua sotto i ponti, ma ad ogni prova ha saputo dare un tocco di bravura sempre più accentuato.
Qualcuno lo troverà un pò complicato, ma nessuno potrà dire di trovarsi davanti al 'solito filmetto italiano'. Magari fosse questo il livello minimo delle pellicole nostrane. Saremmo allora usciti dall'infernale caldo delle atmosfere esotiche dei cinepanettoni. Sogni di un paradiso ancora lontano da raggiungere. Meritevole.

Francesco Balzano

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