"Diaz - Don't clean up this blood", colpi di Stato

La recensione del film

20 Aprile 2012   23:21  

Regia: Daniele Vicari

Cast: Claudio Santamaria, Jennifer Ulrich, Elio Germano, Renato Scarpa, Mattia Sbragia, Alessandro Roja, Rolando Ravello

Genere: Drammatico

Durata: 120 minuti

Voto: OOOO

 

Luca è un giornalista della Gazzetta di Bologna che alla notizia della morte di Carlo Giuliani decide di partire per Genova; Alma un’anarchica tedesca che ha partecipato agli scontri e sconvolta dalle violenze cui ha assistito decide di occuparsi delle persone disperse; Nick è un manager che si interessa di economia solidale, arrivato a Genova per seguire il seminario dell’economista Susan George. Anselmo è un vecchio militante della CGIL e con i suoi compagni pensionati ha preso parte ai cortei contro il G8, mentre Max, vicequestore aggiunto del primo reparto mobile di Roma, comanda il VII nucleo e non vede l’ora di tornare a casa da sua moglie e sua figlia. Queste e centinaia di altre persone incrociano i loro destini la notte del 21 luglio 2001.


Dopo "Acab" arriva nelle nostre sale un altro film che indaga il lato oscuro delle nostre forze dell'ordine, raccontando i fatti accaduti all'interno della scuola "Diaz", istituto tristemente famoso alle cronache per aver ospitato "La più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda Guerra Mondiale". Daniele Vicari narra senza nessun inutile cerchiobottismo una delle più vergognose pagine della nostra storia recente, attenendosi rigorosamente ai vari atti di Tribunale usciti nel corso degli anni.


"Diaz" ha tutti i canoni della pellicola horror, con violenza esibita senza alcuna ritrosia e con l'aggravante per chi guarda di non potersi consolare pensando che ciò che ha appena visto sia il frutto della fervida immaginazione del regista. Purtroppo, infatti, è tutto tristemente vero e filmato con una durezza senza paragoni nel cinema italiano. Una pellicola finalmente di respiro internazionale, fieramente europea e senza alcuna paura di dire la verità.


Ottima la scelta del cast, volutamente pieno di facce sconosciute in modo da evitare che il divismo distragga lo spettatore dal realismo dei personaggi, magnificamente 'sporchi' di realtà. "Diaz" è un film puntuale nel centrare il bersaglio, giustamente concentrato sulla violenza pur non distraendosi mai dall'obiettivo della riflessione. Una pellicola coraggiosa, per nulla intenzionata a lasciare puntini di sospensione, anzi, straordinariamente esaustiva e lineare dall'inizio alla fine. Impossibile uscire a testa alta dalla sala, perchè Vicari 'manganella' la coscienza dello spettatore non lasciandogli alcuno scampo dalla realtà.


Film come "Diaz", oltre al mero giudizio tecnico, obbligano chi scrive ad esporre un giudizio sul merito dei fatti, per evitare che l'aspetto tecnico diventi una trincea dietro la quale rifugiarsi. Ecco, allora, che, aldilà di come la si pensi, occorre convenire su un fatto: lo Stato deve farsi promotore di giustizia ed ordine, e non certo di becere operazioni di vendetta. Dunque, per qualsiasi ragione siano stati compiuti certi atti di rivalsa, non possono essere accettati. Daniele Vicari ha il grande merito di aver reso incancellabile il sangue sulle pareti di quella scuola.

 

Francesco G. Balzano

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