Cairo acquista La7, nessuno sviluppo e fornitori non pagati

L'acquisizione e il risanamento sulle spalle dei più deboli

16 Settembre 2013   16:44  

Che Cairo abbia acquistato La7 è un fatto assodato, la lunga trattativa si è conclusa la vendita del 100% di La7 a Urbano Cairo. L’accordo raggiunto prevede il riconoscimento a Telecom Italia media “di un corrispettivo pari a 1 milione di euro”, si legge nella nota stampa, in cui la società controllata da Telecom conferma il via libera alla vendita del 100 per cento della televisione.

“La7? Ho preso una bella patata bollente ha dichiarato ironicamente a Radio24 lo stesso Cairo che nella nota stampa dice ancora che La7 sarà ricapitalizzata “per un importo tale per cui la società avrà, a quella data, una posizione finanziaria netta positiva non inferiore a 88 milioni di euro”.

Fin qui nulla di eccezionale, un'impresa che cambia proprietà e la volontà di ricapitalizzare e rilanciare, ma a distanza di 6 mesi ancora di tutte quelle promesse non si vede traccia... anzi.

Già perchè i rumors aziendali raccontano di ben altre pratiche dal passaggio Telecom a Cairo con il blocco dei pagamenti dei fornitori che doveva servire alla nuova proprietà per avere contezza delle spese e dei debiti per poi presentare il piano di copertura.

Per la cronaca stiamo parlando di maestranze esterne e fornitori medio/piccoli, perchè i pagamenti dei big sono sempre stati assicurati.

Una fonte interna, che vuole rimanere anonima, ci confessa di guardare ogni fine mese il conto corrente e temere che lo stipendio non sarà accreditato.

Oppure un altro dipendente che racconta del braccio di ferro fra le truccatrici e la nuova proprietà che ritardava nei compensi e che solo per un volto noto della rete si è ricomposto con il pagamento delle spettanze.

Parliamo di un indotto non quantificabile, ma per spiegare meglio al lettore, possiamo dire che una moderna televisione tende il più possibile ad esternalizzare, operatori, assistenti, tecnici e fornitori.

Si va dai metronotte, alle pulizie fino a chi materialmente realizza le immagini che vedete nei TG, spesso anche le trasmissioni sono realizzate interamente da esterni e poi solo "messe in onda", solo i giornalisti della testata, i tecnici dei settori più importanti e strategici e le ster sono assunti con contratti di vario tipo.

Le voci raccontano ancora di una telefonata importante allo stesso Urbano Cairo per far pagare troupe essenziali per "portare a casa" il TG della sera e che proprio per il mancato pagamento di fatture aveva incrociato le braccia.

Insomma più che risanamento qui Cairo sta impoverendo il tessuto professionale e artistico de La7, un fuggi fuggi generale di importanti pedine che hanno costruito la televisione che oggi ha comprato da Telecom.

Qualche tempo fa pareva che i pagamenti fossero ripresi, in realtà non lo sono mai stati, addirittura dagli uffici de La7 fanno sapere di non sapere neanche dove inviare fatture e solleciti perchè nessuno li ha edotti sui nuovi amministrativi di Cairo.

Insomma un gran caos e, come sempre succede, a farne le spese sono i più deboli, quell'indotto di piccole troupe e di maestranze che lavorano "a chiamata" senza minimali o il benchè minimo diritto di lavorare.

Oggi oltre al lavoro decisamente precario anche la beffa di pagamenti ritardati ormai da oltre 9 mesi.

Già perchè in vista della vendita anche Telecom si è ben guardata negli ultimi mesi ad effettuare i pagamenti dovuti.

Di tutto questo, però, l'Autorità Garante delle Telecomunicazioni non si interessa, il Ministero delle Finanze non si occupa e l'INPS non risponde.

Storia di un'Italia che continua a giocare con la vita dei suoi cittadini lavoratori precari senza tutela, ma con il 47/52% di pressione fiscale sul fatturato, anche quello non riscosso.

 


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