Biancaneve, la fiaba rivista e scorretta

La recensione del film

15 Aprile 2012   14:40  

Regia: Tarsem Singh

Cast: Julia Roberts, Lily Collins, Armie Hammer, Nathan Lane

Genere: Fantastico

Durata: 105 minuti

Voto: OOO

“Specchio specchio delle mie brame”, frase magica di una delle favole più conosciute al mondo, è forse tutto ciò che resta, nel film di Tarsem Singh, della storia dei fratelli Grimm: da ingenua principessa bisognosa di soccorso per sfuggire alle grinfie della matrigna cattiva, Biancaneve (Lily Collins) si trasforma in una giovane combattiva e desiderosa di riscatto. E' così che la bella principessa diventa una femminea versione di Robin Hood, disposta a tutto pur di risanare le finanze del suo popolo, costretto alla fame dalla cattiva regina.


Ad insegnarle tutti i segreti del mestiere del ladro ci penseranno sette impavidi piccoli furfanti. Da  minatori della favola originale a briganti dotati di trampoli che li rendono incredibilmente agili e temibili, i nani guadagnano in humor e caratterizzazione, contribuendo a dare ritmo e dinamismo alla narrazione.


Acerrima nemica delle combattiva Biancaneve resta sempre la matrigna cattiva, ossessionata dallo scorrere nel tempo, che nel film è interpretata da una “coloratissima” Julia Roberts: all'abito nero della Disneyana strega, a cui l'immaginario comune è profondamente legato, si sostituiscono il giallo e il rosso di sontuosi abiti stile Luigi XIV. Colori sgargianti che stridono con l'animo scuro della sempre crudele regina, alleggerendo la narrazione e trasformando il cinismo della matrigna in velata ironia.


L'ossessione della giovinezza resta l'elemento caratterizzante di questo personaggio che, se da un lato genera divertimento (con scene di cura del corpo piuttosto stravaganti), dall'altro fa riflettere: il personaggio  è infatti interpretato da una delle attrici più affascinanti, ma non più giovanissime, di Hollywood, a cui bisogna dare il merito di essersi messa alla prova rivestendo un ruolo che  rispecchia una tendenza di gran parte delle donne dello show business.


 Oggetto di contesa tra le due protagoniste diventa, in questa versione di Biancaneve, il Principe Azzurro, che la matrigna desidera sposare per risanare i debiti della corona.Il lato sentimentale della storia contribuisce all'emancipazione di Biancaneve che si fa “salvatrice” del principe già dal loro primo incontro.


L'inversione dei ruoli tra i due si fa sempre più esasperata nel corso della narrazione sfociando, al termine della storia, in una vera e propria rivendicazione della propria forza da parte della principessa, che decide di non essere salvata e affronta da sola la matrigna cattiva con tanto di spada alla mano.


Sebbene a tratti si senta la nostalgia dei cliché a cui siamo abituati, dalla mela avvelenata alla bara di cristallo, il film si presenta come una visione moderna e godibile di una fiaba che tutti noi conosciamo, adatta sia a grandi che piccini.


Maria  Rita Graziani

 

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