“Benvenuti al Nord”, quanta nostalgia di Castellabate

La recensione del film

04 Febbraio 2012   12:29  

Regia: Luca Miniero

Cast: Claudio Bisio, Alessandro Siani, Angela Finocchiaro, Valentina Lodovini

Genere: Commedia

Durata: 110 minuti

Voto: OO

Alberto e Mattia sono in crisi con le rispettive mogli: Silvia detesta Milano a causa dell'inquinamento e accusa Alberto di trascurarla, mentre Mattia vive con la moglie Maria e il figlio Edinson a casa della madre, lavora poco e proprio non riesce a pronunciare la parola “mutuo”. Abbandonato dalla moglie perchè ritenuto troppo irresponsabile, quest'ultimo finirà, suo malgrado, a lavorare a Milano a causa dall’ingenuità dei suoi amici che lo affidano alle cure di Alberto. L'impatto con la città sarà terribile: ma, piano piano, proprio come avvenuto anni prima per l'amico, i pregiudizi inizieranno a sciogliersi…


La forza di “Benvenuti al Sud” era quella di mettere alla berlina tutti i preconcetti dei nordisti sugli abitanti del meridione. Fu un’operazione riuscitissima perché, invece di una grande città, venne scelto un piccolo borgo del Sud, Castellabate, dove tutti i tabù sull’argomento venivano smitizzati facendo ricredere il Colombo sulle sue  convinzioni stereotipate. Un paesino virtuoso, dicevamo, funzionale anche ai fini della storia cinematografica tanto da consentire agli sceneggiatori di offrire un ruolo di primo piano ai personaggi di contorno, così familiari e simpatici da mettere in ombra Siani e Bisio, coppia affidabilissima e ben assortita ma non in grado di reggere la scena in solitaria per un film intero.


“Benvenuti al Nord”, al contrario del suo predecessore, è fallace fin dalle fondamenta. L’azione si sposta dalla ridente Castellabate alla grigia Milano, scelta tutt’altro che azzeccata perché, per fare un parallelo più credibile, forse era meglio puntare su un piccolo feudo padano che avrebbe così consentito di creare una nuova schiera di piccoli personaggi da portare alla ribalta, come accaduto nel primo film. Difficile far credere, insomma, che ciò che pensa un ‘terùn’ degli abitanti del capoluogo lombardo sia falso ed è inevitabile che la gara di simpatia con i vari Costabile e Scapece sia persa in partenza.


Insomma, in questo sequel mancano le idee non c’è costruzione comica e le risate ad intermittenza sono regalate da situazioni estemporanee, sketch (spesso riciclati) fondati su cliché sempreverdi da utilizzare quando son finite le riserve di originalità. Per chi è disposto ad accontentarsi, insomma, “Benvenuti al Nord” probabilmente non rappresenterà una delusione. Ma chi conosce a fondo la bravura della coppia di sceneggiatori formata da Luca Miniero (confermato alla regia) e Fabio Bonifacci  sa che era lecito aspettarsi molto di più.


Peccato visto che per almeno metà del film il capoluogo meneghino sembrava potesse reggere bene il confronto. Alla lunga, però, la mancanza di personaggi di contorno validi si fa sentire tanto da dover ricorrere al richiamo alle armi dei castellabatesi e ad uno stantio citazionismo di “Totò, Peppino e la malafemmina”. Insomma, la sensazione è che ci troviamo di fronte all’ennesimo sequel senza idee fatto per spolpare fino al midollo il succoso successo del primo capitolo. La risposta al box-office è arrivata puntuale ma, una volta usciti dalla sala, si sente un’irrefrenabile nostalgia di Castellabate.


Deludente.

Francesco G. Balzano


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