Alessandro Melchiorre giovane e promettente pianista ed il “Respiro” del suo pianoforte

27 Giugno 2014   10:54  

Alessandro Melchiorre, nato a Penne nel 9 gennaio 1993, comincia ad avvicinarsi alla musica autonomamente all’età di 8 anni quando, per gioco, su di una tastierina giocattolo attacca dei fogliettini di carta con su scritto le note musicali sui rispettivi tasti.

Presto i genitori si accorgono del talento poiché riesce, ascoltando le sigle televisive, a riprodurle in miniatura su questa tastiera. Incomincia lo studio del Pianoforte privatamente con una insegnante per poi entrare in Conservatorio all’età di 15 anni. Supera brillantemente tutti gli esami che incontra durante il suo percorso, in particolar modo l’esame di Ottavo anno, che è assieme al Diploma il più impegnativo all’interno del percorso di studi, superato con il massimo dei voti, 10/10.

Contemporaneamente agli studi musicali coltiva quelli filosofici presso l'Università di Chieti; è iscritto al secondo anno di Filosofia. A Settembre sosterrà il Diploma finale in Pianoforte presso il Conservatorio Luisa D’Annunzio di Pescara.

Ha intenzione di continuare gli studi musicali iscrivendosi al corso di Composizione. Affianca alle esecuzioni classiche sui brani composti durante gli anni e che ha voluto raccogliere su di un canale Youtube dove riscuote un buon successo.

Compone musica ma , come molti giovani musicisti non ha la possibilità di produrre o farsi produrre un album, per questo ha deciso di affidarsi alla rete. Il suo album virtuale l’ha chiamato “Pictures”, perché è formato da una serie di quadretti, personali e non. Quella musica che definisce “la mia salvezza”, è tutta sul suo canale Youtube e lì è stata notata più volte da fan di tutta Italia, arrivando persino in Canada.

Uno dei brani più riusciti è “Breathe”, nel cui stile echeggia, a tratti, quello di Giovanni Allevi, le note vanno lentamente verso il virtuosismo, per poi tornare a un andamento regolare. C’é “Moon”, composizione avvolta nella quiete della notte, con suoni come voci nel buio. O anche “Walking”, che nel titolo richiama “Walk” di Einaudi, una melodia dolce dal ritmo che ricorda una camminata che, strada facendo, si arricchisce.

Alessandro si ispira ad Einaudi e Allevi: «Il primo è meditativo, il secondo esuberante», dice. «Di solito compongo nei momenti di riflessione o quando mi arriva in testa un frammento musicale che può funzionare», dice. «Da soli è dura costruirsi una strada nel mondo della musica classica, ma ho fiducia nella rete, prima o poi mi noteranno in tanti».

Respiro Breath è ’ il titolo di un suo brano, denso di sfumature armoniche, che fa dello slancio melodico un suo punto di forza.

Un brano, difficile da comprendere se non lo si assapora musicalmente parlando e Alessandro lo dedica a tutti quelli che, come lui, non amano vedersi incastonati nell’orizzonte scialbo della quotidianità.

Una passeggiata soli in un bosco immersi nella sinfonia incessante che la natura risuona il tremare delle foglie  l’andirivieni di luci ed ombre il brusio del vento accompagna le chiome degli alberi in un moto perpetuo e irregolare avvolti in quel silenzio assordante riscopriamo noi stessi …. … .. ♫ ♫ .. … …. Respiro, dunque sono. 

Un brano per quelli che non rientrano in gelidi schemi prestabiliti secondo i quali ognuno ha un posto ben definito da dove osservare la realtà, ma vorrebbero sì respirare un mondo nuovo, carico di colori inediti nei quali riscoprire noi stessi e la nostra unicità. Immaginiamo: siamo seduti su una qualsiasi altura e osserviamo.

Flusso continuo di auto che in preda al tempo sfreccia sulle nostre strade; parchi immersi nel verde dove i bambini giocano felici scambiandosi sguardi ingenui e complici; serie infinita di uffici uno accanto l’altro dove il lavoro produce, consumandoci; alberi danzanti ci regalano ossigeno senza il quale non vivremmo. In ogni istante il nostro sguardo sarà catturato da un particolare diverso.

Non possiamo però non riconoscere l’identità del diverso , che solo guardando da una certa altezza appare, cioè ciò che accomuna tutti i fenomeni particolari, pur nella loro diversità, ad un’ unica idea, universale, sostanziale, vitale, comune: l’aria.

Viviamo perché respiriamo.  Respirare, un gesto così ovvio e scontato eppure così essenziale. Riscoprendo ciò che unifica l’uomo agli animali, alla piante, agli esseri non viventi, ma più in generale all’intero insieme di enti che abitano la Terra, riscopriamo la nostra rarità.

 

In fondo da quell’altura respiriamo Vita.  Sulla scia delle mie note vorrei che anche solo per un secondo vi fermaste a riflettere su quanto sia necessario un po’ di ossigeno in più in un mondo che invece ci rende schiavi dell’idea del ‘produrre’ e magari sì, più in fretta possibile.  Fermiamo un attimo il Divenire e respiriamo l’Assoluto.

Alessandro Melchiorre ha suonato nell’Auditorium del Conservatorio “Luisa D’Annunzio “ nei concerti finali ”, nei quali si esibiscono i migliori studenti e il 9 giugno ha eseguito

”Chopin:

- Notturno op.55 n.1

- Ballata op.52 n.4

Elisabetta Mancinelli


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